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testo di Massimo Di Marco

Ho capito che ti amo

luigi tenco

Ben Molar con
Luigi Tenco

Nel 1964 Wilma Goich vince il Festival di Barcellona con una canzone di Luigi Tenco, "Ho capito che ti amo".
Dalla cità catalana il successo della canzone si irradia un po' in tutto il mondo.

Arriva anche in Argentina dove viene adottata da una televisione (Canal 13) come la sigla di uno sceneggiato tipo Beautiful e Luigi Tenco diventa tanto popolare da domiciliarsi nelle agende degli impresari più importanti. Compresa quella di Ben Molar che con l'amico Edgardo Borda lancia rapidamente la canzone sul mercato. Il disco svetta immediatamente al primo posto delle vendite.

Ma chi è Luigi Tenco?
Un fantasma, un'invenzione dei discografici? Il popolo argentino della canzone non l'ha mai visto, non ne aveva mai sentito parlare e i giornali rincarano la dose, si intreccia una specie di giallo. Dov'è il padre di “Ho capito che ti amo”?.
I produttori dello sceneggiato, troppo felici, progettano di far arrivare Luigi Tenco a Buenos Aires in incognito per fargli cantare dal vivo la sigla dell'ultima puntata. Ma Tenco stava facendo il servizio militare e il regolamento gli proibiva di espatriare. Allora?

Il suo generale, tempestato di preghiere, alla fine dice che potrebbe chiudere un occhio ma non sarà certo lui a procurargli un passaporto e senza questo documento la dogana argentina non l'avrebbe mai fatto uscire dall'aeroporto.
- Non importa - dicono gli impresari- Tenco deve partire, poi magari lo facciamo cantare ai piedi dell'aereo o addirittura sulla scaletta. Se la gente non lo vede ci piomba addosso e ci sfascia tutto.

Il cantautore parte accompagnato dal suo manager, pure lui ligure, Gianfranco Reverberi. Quando arriva a Buenos Aires, il 22 dicembre 1965, la gente invade l'aeroporto di Ezeiza, fa saltare le transenne, lo porta in trionfo verso il cuore della città: la dogana non ha neanche provato a chiedergli il passaporto, gli ha chiesto l'autografo.

Il corteo delle automobili che si muovono adagio è ripreso dalle telecamere e l’avvenimento è descritto in diretta da 14 emittenti radiofoniche. La voce dei radiocronisti si confonde con le parole di “Ho capito che ti amo”, incessante. Davanti agli studi di Canal 13 c’è una folla oceanica. Tenco e Riverberi per mezzora non riescono ad aprire le portiere dell’ auto. Poi arrivano i poliziotti che la circondano e si dispongono su due file creando un corridoio che finisce davanti ad un ascensore dell’edificio. Il cantante e il suo manager lo percorrono correndo come matti. Fuori dall’ascensore, appena arriva al piano, mille mani li spingono in un salone.

Le lucette delle telecamere si accendono, Gianfranco Riverberi si mette al piano e Tenco, assolutamente galvanizzato, interpreta in modo straordinario “Ho capito che ti amo” e “Ragazzo mio”. Il salone è affollatissimo, sono entrate tutte le segretarie, le annunciatrici, le ragazze del trucco, le sarte: ma non sono tutte donne. E tra gli uomini c’è anche Ben Molar, l’artefice di tutto questo pandemonio che se ne sta trasognato in un angolo con un sorrisetto compiaciuto sotto i baffi.
Per dieci giorni, prima del suo ritorno in Italia, Luigi Tenco ha vissuto la favola più bella della sua vita. Ma non è stato l’unico.

* Ho capito che ti amo è su www.youtube.com

 

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