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testo di Massimo Di Marco

Carmencita, un mito

Carmencita Calderon

Carmencita Calderon

tango argentino Carmencita Calderon si è spenta a Buenos Aires a cento anni e otto mesi il 31 ottobre del 2005. E’ morta senza soffrire in una cameretta del Sanatorio Guemes, Avenida Córdoba, non più capace di reagire ad una infezione polmonare. Non c’è stato il funerale.

La famiglia ha dato la notizia della sua perdita due giorni dopo, quando era già stata cremata nel cimitero della Chacarita, lo stesso dove è sepolto anche El Cachafaz.

Il 10 febbraio aveva festeggiato i suoi cento anni. Con l’aiuto di molte amiche giovanissime, tutte tra i settanta e gli ottant’anni, che le hanno invaso la casa, ha spento i fuocherelli di cento candeline, assiepate su una torta che ha poi innaffiato col mate. Nel pomeriggio del giorno dopo è andata dal parrucchiere, poco prima della mezzanotte ha chiamato un taxi e si è fatta portare alla Baldosa, una milonga molto conosciuta a Buenos Aires, al 2750 di Calle Ramón L. Falcón, nel quartiere Flores. Un mucchio di gente la stava aspettando sulle sedie e seduta sul pavimento.

C’era un tavolino riservato. Ha appoggiato la borsetta, si è seduta un attimo e si è alzata perché Jorgito Dispari l’ha invitata a ballare: un tango, una milonga, un vals, un uragano di applausi scroscianti. Alle due passate ha chiamato un altro taxi ed è tornata a casa, a Villa Lugano, felicissima. Non avrebbe potuto immaginare un modo più bello per festeggiare il suo secolo, tra le braccia di quel bel giovanottone che ha fatto le coreografie di Assassination Tango e un mucchio di altre belle cose, tipo insegnare il tango a Geraldine Rojas, ormai un idolo, la figlia di Maria del Carmen, da tempo la compagna di Dispari.

Domenica 13 febbraio era andata ad un’altra festa organizzata per lei dal Museo Histórico Cornelio Saavedra e dalla Junta de Estudios Históricos de Villa Urquiza.
L’appuntamento era alle 18, niente ballo. Una poltroncina per ascoltare le canzoni di Lulù e guardare i giovani ballerini di Liliana Torres Calivar che studiano nella scuola di ballo dell’Academia Nacional del Tango.

Carmencita Calderon

Fiesta per i 100 anni di Carmencita il 13 febbraio 2005 al Museo Saavedra, regista Luis Alposta che nella foto è con Amneris Fossati alle spalle di Ben Molar e di Antonio Mazzei, anime de l'Academia Nacional del Lunfardo

La prima festa per i suoi 100 anni è andata in scena quando ne aveva ancora 99. E’ stato al Club Glórias Argentinas, al 6875 di Bragado, Mataderos, sabato 8 gennaio.

Oscar Héctor Malagrino che manda avanti questa milonga da 41 anni, le dice:
- Carmencita, ti vogliamo troppo bene. Volevamo essere i primi a festeggiarti.
Specializzato nell’allestimento di Homenajes dedicati ai milongueros più amati di Buenos Aires, consapevolmente Malagrino è divenuto il custode di un tango che conserva i sapori delle origini in una milonga dove la passione supera ogni altra ricchezza.

Attorno alla festeggiata, El Negro Bolsón c he ha ballato Mozo Guapo di Tanturi-Castillo e Marcelo Gómez Piazze che si è lanciato con Mariana Lettieri in una bella milonga: Al Galope, dal repertorio di Color Tango. Poi è scesa in pista La Piba sin tiempo, come l’ha chiamata Josè Gobello, scrittore di tango e Presidente de La Academia Nacional del Lunfardo. Carmencita ha incantato il pubblico fasciata in un abito dorato ed ha ballato Rintint in con un vecchio amico, Carlitos Anzuarte. Emozioni, passi di un tango lontano che hanno trasportato la gente in un sogno. L’ultimo homenaje ufficiale le è stato dedicato all’inizio di marzo, poco prima della conclusione del 7° Festival del Tango, iniziato il 25 febbraio ed organizzato dal Governo di Buenos Aires in 37 sedi diverse. Questa volta la festa si è svolta a El Dorrego. C’erano anche Gloria e Eduardo Arquimbau e Mariano Mores.

Il giorno dopo Carmencita Calderon ha abbandonato il suo appartamentino di Villa Lugano, dono di Perón che le aveva anche assicurato un piccolo sussidio a vita tramite la municipalità di Buenos Aires. Il suo badante doveva sposarsi ed i suoi nipoti erano presi dal lavoro. Quindi la decisione suggerita dal suo medico personale, il dottor Alposta, di affidarsi all’assistenza della Residencia Casablanca, a Martinez, 23 chilometri dall’Obelisco.

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Claudia Mendoza:

Carmencita insuperabile

La compañera di Luis Castro, la grande Claudia Mendoza, ha avuto la possibilità di guardare un video amatoriale realizzato nel 1999 quando Cosmotango ha organizzato a Bs As l'esibizione di Carmencita Calderon e di Juanito Averna. I due ballano canyengue.

Claudia Mendoza ha detto:" Carmencita nel video ha 94 anni ma sembra che ne abbia tantissimi di meno. La ricorderemo come una ballerina da spettacolo, elegantissima, insuperabile, tutta mossette, ironica, divertente. Deve aver contribuito molto al successo del Cachafaz

el Cachafaz

tango argentino
Amneris Fossati con Carmencita
 
tango
Il tango di Carmencita al Residence Casablanca con Antonio Mazzei

La proprietaria è una grande amica di Carmencita, è Amneris Fossati, la pittrice e scultrice che ha dedicato a lei e a El Cachafaz una statua in pietra e grana di onice, alta 80 centimetri e larga 40, custodita dall’Academia Nacional del Lunfardo.
- Il giorno dell’inaugurazione – ricorda l’artista- Carmencita era emozionantissima e poi mi ha detto: “ Ma che guapa che mi hai fatto diventare!”.

Il padre di Amneris Fossati (italiano di Monza, Milano) era molto amico del Cachafaz. La scultrice ricorda un piccolo aneddoto. Suo padre lo invita a cena e dice a sua moglie di preparare qualcosa di speciale. Il menu è tutto a base di insalate esotiche, frutti di mare, crostacei. Quando poi lui gli chiede se ha gradito il pranzo, El Cachafaz risponde:
- Non so esattamente cosa ho mangiato. Erano tutte cose molto saporite, in ogni caso la mia preferenza è sempre per un piatto di carne, patate fritte e un bel bicchiere di vino.

In un giorno di festa l'orchestra ad un certo punto suona un tango. Nonno Armando dice: Claudia, balliamo. Ma Claudia non sapeva neanche da che parte cominciare e poi "pensavo che il tango fosse cosa per vecchi". Rifiuta con cortesia e anche con sufficiente fermezza:" A parte che non lo so ballare, non mi piace proprio, non è un ballo per me". Nonno Armando è tosto e non molla, torna all'attacco con le parole che fanno sempre vincere i nonni:" Claudia, prima di morire io devo ballare un tango con te". E allora Claudia cede, dice che va bene, che in ogni caso striscerà i piedi perché non conosce i passi. L'orchestra riattacca, questa volta suona la Cumparsita e questo, ballato in qualche modo, è stato il primo tango di Claudia. Adesso che é diventata Claudia Mendoza de Castro, una stella del tango famosa in tutto il mondo, ha ancora nella sua memoria tutte le sfumature di quell'approccio. La Cumparsita è certamente nel suo top-10 ma non è il tango che ama di più. " Al primo posto c'è Recuerdo, appena cominciano le note sento la scossa ".

Un aneddoto molto più recente riguarda Carmencita alla Residencia Casablanca. C’è una festa in suo onore e la nipote di Carmencita regala alla zia, perché li indossi, pantaloni molto eleganti e una camicetta raffinata.
Gli invitati arrivano ma Carmencita non appare. A un’assistente della Residencia confida che non ha nessuna intenzione di vestirsi così, vuole invece indossare una giaccona piuttosto sportiva e una vecchia maglietta ormai scolorita. Amneris Fossati va a cercarla, la trova così combinata e cerca di persuaderla: “ Per favore, metti i pantaloni che ti ha portato tua nipote “. E Carmencita sbotta:

 

carmencita calderon
- Ma cosa credi, con i pantaloni o senza io sono sempre Carmencita Calderon!
E alla fine si presenta agli invitati vestita come voleva lei.
- Ma la sua personalità, la sua poesia e il suo ballo, ci hanno fatto dimenticare tutto. Aveva ragione, Carmencita è stata meravigliosa.
Questa volta il ballerino è stato Antonio Mazzei, persona che conosceva e con la quale aveva già intrecciato qualche tango arricchito dagli adorni di sua invenzione, collaudati con El Cachafaz e poi con El Tarila.
Sono stati i suoi ultimi tanghi. Carmencita soffriva di una forte forma di osteoporosi per la quale si è prodotta la frattura spontanea della testa di un femore. Cade al suolo e deve essere ricoverata in una clinica dove subisce un intervento chirurgico, i medici decidono di metterle una protesi. L’operazione riesce bene ma Carmencita ha un rigetto. La protesi deve essere tolta, torna sotto i ferri. L’esito è quello voluto ma subentra una grave forma di setticemia.
Tutti i tentativi di contrastarla sono inutili, il 31 ottobre Carmencita chiude per sempre i suoi grandi occhi neri.
 
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